Secondo alcune indiscrezioni e ad indagini condotte da SanMarcoNews.it i casi di trichinellosi, ovvero una brutta parassitosi derivante dall’ingestione o manipolazione di carne di cinghiale riguarderebbero ben 10 famiglie, con almeno 30 casi sospetti. Ma la Azienda Sanitaria Locale, attraverso il dirigente veterinario Antonio Iannacci (presidente anche dell’Ordine dei Medici Veterinari di Capitanata), smentisce il tutto: i casi ufficiali restano 5. Nel mentre continuano in maniera serrata le indagini conoscitive per capire da dove è partita la prima infezione.

Dell’infezione si sapeva già dai primi giorni di gennaio, ovvero da quando si è avuta la risposta ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. La prima a dover ricorrere alle cure ospedaliere è stata una donna di San Marco in Lamis di circa 60 anni, assistita a Casa Sollievo della Sofferenza per una improvvisa reazione allergica. Dalle indagini diagnostiche sarebbe venuta fuori la trichinellosi. Il problema è che la stessa non avrebbe ingerito carne di cinghiale (almeno in apparenza), ma salsicce contenente carne di maiale acquistata in una nota macelleria sammarchese. Per farla breve alla signora e ad altri soggetti sarebbe stata venduta salsiccia probabilmente contaminata. Ovviamente usare il condizionale in questi casi è d’obbligo.

La patologia, ricordiamolo, non si trasmette da uomo ad uomo, ma può essere pericolosa perché può dare origine a reazioni allergiche imprevedibili.

Da questo primo caso poi ne sarebbero usciti altri, tutti oggi sotto controllo.

Brutto colpo per i macellai sammarchesi, rinomati ovunque per la bontà e prelibatezza delle loro carni. E brutta pubblicità ancora una volta per la città di San Marco in Lamis.

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Un pensiero su “Parassitosi da cinghiale, i casi ufficiali a San Marco in Lamis restano 5.”

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