Antonio Del Vecchio, 83 anni da compiere a dicembre, per chi non lo conoscesse, è il più anziano giornalista, storico e scrittore ancora in attività del Gargano e della Capitanata. Penna storica de La Gazzetta del Mezzogiorno, oggi si diverte a scrivere sul web e per diverse testate giornalistiche digitali.
Di recente ha pubblicato il volume Rocco e Carmela – Storie d’amore ed i transumanza, un romanzo storico e di fantasia, che sarà presentato in anteprima a San Marco in Lamis il 12 agosto 2023 durante Cchiu fa Notte e Cchiu fa Forte, la notte bianca più irriverente e ricca di cultura di sempre (organizzata dal Circolo ARCI “Pablo Neruda”; ore 18.00 presso la sede dell’AUSER in Via Amendola n. 77) e il 17 agosto nella nativa Rignano Garganico, dove vive, in occasione di Borgo Divino 2023 (ore 19.00 in. Chiesa Madre), il festival differente, evento che racchiude al suo interno un ambizioso progetto, ovvero quello di recuperare la memoria degli anziani e le tradizioni su tutti i fronti (dal lavoro alla cultura, passando per i racconti e le testimonianze dirette o indirette delle persone che, anche nel loro piccolo, hanno reso grande il Gargano, la Puglia e l’Italia).
Ecco qui la recensione realizzata dall’artista e docente Andrea Ruscitto.
La storia narrata da Antonio Del Vecchio rappresenta una trasformazione in prosa di ciò che accade. Anche se sappiamo che il racconto può essere sia reale che frutto della fantasia dell’autore, in questo caso siamo di fronte a una storia di amore e non solo, ambientata durante il periodo della transumanza.
La parola “transumanza” deriva dal verbo transumare, che significa “attraversare” o “transitare sul suolo”. L’autore utilizza questo concetto non solo in senso letterale, ma, possiamo dire, anche in senso metaforico, attraversando diverse storie del passato con varie digressioni. Ad esempio, viene raccontata la storia della Musiska, (alimento di nicchia assai legato alla tradizione del paese) del pagghjare (un mini-trullo in pietra), della tosatura delle pecore ,dell’uccisione del maiale, a cui seguiva tutto un rito e che un tempo rappresentava un momento sacro, oltre alla descrizione della casa degli sposi e del controllo del letto e dei trispiti e di molto altro ancora.
Inoltre, sono presenti anche numerosi termini linguistici di derivazione francese, spagnola e, soprattutto, del dialetto locale. Parole come “cucuma” (bottiglione di creta per la conservazione dell’acqua), “fruscedde” (recipienti di vimini o cortecce di paglia per ricotte o derivati caseari) e “lu maccaturidde” (fazzoletti piccoli per il naso, dallo spagnolo “macador” e dal latino “muccus”) vengono utilizzate nel testo, contribuendo a creare un’atmosfera autentica e locale.
Il racconto inizia in media res, ossia nel bel mezzo delle vicende, fornendo all’inizio solo brevi accenni alla storia d’amore tra i due giovani protagonisti. Questo suscita subito l’interesse del lettore e lo spinge a scoprire ulteriori dettagli sui personaggi e sulla trama.
Nel testo sono presenti sequenze narrative, descrittive e riflessive. Le sequenze narrative raccontano gli eventi legati alla storia d’amore, alle esperienze sessuali, ai viaggi e al lavoro del protagonista. Le sequenze descrittive si concentrano su luoghi, epoche e personaggi, come Rignano, la campagna, Carmela e molti altri. Le sequenze riflessive presentano i giudizi e le riflessioni dei personaggi o del narratore, approfondendo così gli aspetti psicologici e filosofici della narrazione.
È un testo narrativo che si caratterizza per l’alternanza di intrecci e anacronie, offrendo al lettore un’esperienza coinvolgente e stimolante. L’autore, tramite una serie di analessi e prolessi, trasporta il lettore attraverso una storia che scorre su linee temporali non lineari, arricchendo così la trama con sfumature e dettagli sorprendenti.
Il punto di forza del libro risiede nella sua capacità di creare una molteplicità di trame che si intrecciano sapientemente, dando vita a un romanzo polifonico e intrigante. Attraverso le retrospezioni, vengono presentati momenti del passato, come la descrizione dei prodotti o ad esempio la costruzione del flauto “fravele” molto caro a Rocco, con una prosa dettagliata e coinvolgente. Queste incursioni nel passato donano profondità ai personaggi e alla storia, permettendo al lettore di scoprire gradualmente gli intricati legami che si sviluppano tra loro.
Inoltre, l’autore inserisce abilmente delle digressioni su vari argomenti, come la storia del paese delle vedove, causato dalla cosiddetta “penture” ossia la bronco-polmonite acuta, che arricchiscono il contesto narrativo e aggiungono ulteriori strati di profondità al mondo creato dal libro. Tali digressioni, sebbene possano a volte interrompere il ritmo della narrazione, contribuiscono alla costruzione di un universo ampio e articolato.
La velocità della narrazione, caratterizzata dalle numerose ellissi, permette al tempo narrativo di fermarsi, consentendo al lettore di approfondire riflessioni e meditazioni. Questi momenti di “stanby” offrono pause che permettono di assaporare le emozioni dei personaggi e di immergersi appieno nell’atmosfera della storia.
Il contesto storico di prima, durante e dopo la guerra è dipinto con maestria, mostrando la capacità dell’autore di immergere il lettore nel periodo in cui la vicenda si svolge. Lo spazio cambia tra diversi paesi e luoghi di campagna, rendendo il viaggio narrativo ancora più coinvolgente.
Del Vecchio scrive in terza persona e mostra una conoscenza completa degli avvenimenti e dei pensieri dei personaggi. Questo stile onnisciente e didascalico permette di immergersi completamente nel mondo narrativo e di comprendere a fondo le dinamiche delle storie e delle relazioni dei personaggi.
In conclusione, il testo narrativo di Del Vecchio riesce a rapire e coinvolgere il lettore grazie alla sua abilità nel descrivere con grande realismo gli eventi. La capacità impressionistica dell’autore nel raccontare gli avvenimenti e nel coinvolgere emotivamente il lettore rafforza il patto narrativo, creando un’esperienza di lettura coinvolgente e appagante.
Andrea Ruscitto