Del tradizionale concerto di Capodanno ne ho ricordi sin da piccola quando in tv, dalla storica sede, ascoltavo la Filarmonica di Vienna che eseguiva un repertorio perlopiù di Strauss padre e figlio, e di anno in anno, diversi i direttori d’orchestra ad avvicendarsi, tra i quali gli italiani Claudio Abbado e Riccardo Muti.
Seppur quando si dice orchestra la mente di tanti amerebbe la presenza di una sezione di archi (me compresa che ho trascorso l’adolescenza nelle aule di un conservatorio con uno strumento ad arco), devo dire che tra gli ottoni e i legni, questa sera al Teatro Giannone, sono stata ben felice di ascoltare, emozionandomi, i grandi classici del tradizionale concerto di Capodanno e non solo.
Sul palco c’erano 23 elementi , Orchestra di fiati Apulia, diretti egregiamente dal Maestro Antonello Ciccone, le voci del soprano Gina Palmieri e del tenore Pantaleo Metta e il coinvolgimento della sala, rendendo protagonisti anche chi ha scelto di essere presente all’evento, che sembra potrà divenire una tradizione. È quanto ha confermato il consigliere regionale Napoleone Cera, promotore della serata, ricordando ai presenti l’impegno per la cultura in ogni sua forma e presente sul territorio, grazie alla banda musicale, alle associazioni, al teatro.
Non so se l’evento sia stato registrato, perché io lo avrei rivisto volentieri e, probabilmente, anche chi non ha avuto occasione di essere presente, avrebbe potuto godere di un’ora e mezza di pura emozione, che non si è conclusa come la serata con l’inno nazionale, ma che continua mentre nella mia testa riecheggiano le arie che provo a canticchiare.