
Stamattina presso l’auditorium dell’Istituto comprensivo “Pietro Nenni” di Torremaggiore si è svolto un incontro importantissimo incentrato sul tema della legalità avente come testimone Gaspare Mutolo, collaboratore di giustizia entrato nel programma di protezione testimoni grazie ai magistrati Falcone e Borsellino.
La sua confessione tragica, intensa e dolorosa di un passato con il quale è costretto a fare i conti ha reso muti tutti i partecipanti.
Autista e Killer di Totò Riina, è stato responsabile di 22 omicidi.
Mutolo, cresciuto in una Sicilia arretrata, arcaica e poverissima diventa mafioso da bambino, perché vive la sua vita in mezzo a parenti mafiosi e in un clima di violenza e bestialità. È una discesa agli inferi la sua confessione di uomo che si rende conto di quale percorso di risalita ha dovuto affrontare per uscire da un’educazione mafiosa che lo aveva segnato dalla più tenera età.
La sua è la storia di un uomo che ha voluto rompere un sistema scellerato, figlio della follia omicida di Riina. Dalle sue parole si avverte ancora la profonda paura di disobbedire al capo di una mafia sanguinaria che teneva in vita i suoi accoliti fino a che rispondevano “signorsi” ai suoi ordini crudelissimi.
Poi l’incontro con Falcone e Borsellino e la decisione di collaborare con Stato e il suo difficilissimo percorso di riappropriazione di dignità e consapevolezza umana persa a causa dei crimini commessi durante la sua vita mafiosa.
Mutolo ha trovato un po’ di pace dai fantasmi che ancora e sempre lo tormentano nella pratica della pittura e nella comunicazione con le nuove generazioni di che cosa è stata veramente la mafia, un cancro terribile che ha divorato intere generazioni inconsapevoli come la sua.
All’incontro hanno partecipato le classi 2E, 2F, 2H dell’istituto Fiani Leccisotti di Torremaggiore.
Milena Parrella

