Il Circolo del Partito Socialista Italiano “Giacomo Matteotti” di San Marco in Lamis, con una missiva inviata a vari Enti pubblici dall’ex-sindaco Raffaele Fino, esprime forte preoccupazione riguardo alla recente decisione di destinare l’ex Istituto San Giuseppe a stazione di posta per soggetti emarginati, una scelta che sembra essere stata fatta senza un adeguato confronto con la società civile. In una nota ufficiale, il Circolo sottolinea la necessità di un dialogo aperto e trasparente per evitare ulteriori lacerazioni nel tessuto sociale della cittadina.
L’Importanza del Confronto con la Comunità
Da due anni a questa parte, l’utilizzo dei locali dell’ex Istituto San Giuseppe è stato oggetto di discussioni nella società civile, con molte proposte avanzate, in particolare di natura culturale. Tra queste, spicca l’idea di trasformare l’istituto in un ostello per pellegrini che percorrono il tratto micaelico della Via Francigena, una proposta che è stata ripetutamente presentata alla Pubblica Amministrazione.
Le Nuove Proposte
Le recenti dichiarazioni dell’assessore ai servizi sociali hanno rivelato che il finanziamento ricevuto è destinato alla creazione di una stazione di posta per soggetti emarginati, gestita dal Consorzio di ambito di zona. Questa decisione, presa senza un’adeguata consultazione pubblica, ha suscitato preoccupazioni tra i cittadini e il Circolo Socialista, che chiede un riesame della situazione.
Richieste del Circolo Socialista
Alla luce di quanto sopra, il Circolo Socialista richiede che l’ex Istituto San Giuseppe mantenga la sua vocazione di ostello per pellegrini e laboratorio culturale. Propone inoltre altre possibili sedi per la stazione di posta, come l’ex ospedale di Corso Giannone, la sede dell’ex ASL di Via Togliatti, l’ex scuola materna don Matteo Nardella, o parte dei locali dell’ex IPSIA di via San Nicandro.
Considerazioni Finali
Il Circolo Socialista conclude la nota ricordando che nessuno è contrario alle pratiche di integrazione e inclusione sociale. Tuttavia, sottolinea l’importanza della condivisione delle scelte con la comunità per evitare che le persone emarginate continuino a essere invisibili. Invita infine la Pubblica Amministrazione a mostrare umiltà e apertura al dialogo.