- utilizzo di strumenti di valutazione del paziente;
- profili assistenziali per i pazienti che mettono in atto gesti autolesivi o tentativi di suicidio che prevedano la continuità della cura anche dopo la dimissione;
- appropriati processi organizzativi che consentano di indicare agli operatori le modalità da adottare sia in forma preventiva sia come comportamenti da attuare in caso di manifestarsi dell’evento;
- formazione specifica degli operatori, al fine di migliorare la capacità nel rilevare fattori di rischio per il suicidio;
- idoneità ambientale.
- Ricostruzione storica della vita del paziente (diagnosi clinica e valutazione psicosociale) considerando in particolare pregressi atti autolesivi e familiarità per il suicidio, abusi sessuali, presenza di eventi psico-sociali stressanti gravi (lutto/separazione/perdita di lavoro) primo accesso in assoluto in paziente anziano in ospedale;
- Analisi delle caratteristiche anagrafiche e socio-culturali del paziente. Vanno considerati almeno: sesso (i maschi sono più a rischio), età (compresa tra i 15 e i 24 anni o superiore ai 65), condizioni di isolamento sociale.
- Individuazione di alcune condizioni cliniche, in particolare sindromi cerebrali organiche, soprattutto se confusionali, patologie terminali, patologie psichiatriche , abuso/dipendenza (da alcol, stupefacenti, e/o psicofarmaci) eventuali diagnosi multiple, ansia, attacchi di panico, insonnia.
- Pazienti giunti in Pronto Soccorso con diagnosi di tentato suicidio;
- Pazienti con pregressi tentativi di suicidio e/o pregressi gesti autolesivi anche mascherati e concomitante patologia psichiatrica.
- Ascolto attivo o supporto con la sola presenza, assicurando un clima tranquillo e invitando a rivolgersi all’equipe se compaiono pensieri negativi o un aumento di tensione;
- Incoraggiamento dell’espressione dei pensieri e dei sentimenti;
- Informazioni ed istruzioni alla persona e/o ai familiari sulla gestione dell’eventuale disturbo emotivo e sui modo alternativi di gestire il problema;
- Rilevazione degli eventuali segni iniziali di aumento di ansia, agitazione e irritabilità
- Informare e coinvolgere i familiari;
- Verificare la sicurezza degli oggetti personali e di quelli tenuti in stanza, sorvegliare la persona durante l’utilizzo di oggetti potenzialmente pericolosi;
- Valutare in quale stanza è più opportuno collocare il paziente e la posizione del letto nella stanza;
- Rivalutare quotidianamente in equipe il paziente;
- Informare il MMG e prendere contatto con il CSM/SerD per monitoraggio/trattamento post-dimissione. Se è possibile organizzare le prime visite durante la degenza.


