Nel suggestivo contesto dei vicoli di San Marco in Lamis, tra le tradizioni che resistono al trascorrere del tempo emerge l’antichissimo presepe a sagome.
di Antonio Daniele
La religiosità sammarchese ha spesso utilizzato mezzi modesti per esprimersi, con limitate risorse finanziarie che non hanno mai impedito di realizzare presepi significativi.
Il presepe a sagome, noto anche come bidimensionale, ha rappresentato una pratica diffusa, unendo arte e devozione. La comunità, desiderosa di celebrare il Natale, ha impiegato queste sagome dipinte per esprimere la propria fede. Questa tradizione, radicata nella realtà locale, si estende anche ad altre ricorrenze religiose, diventando un elemento caratterizzante delle festività.
Le sagome recuperate, opera di artisti locali, provengono dalle chiese del Purgatorio, della Chiesa Madre e di Santa Maria delle Grazie. È interessante notare che le sagome di quest’ultima chiesa potrebbero essere attribuite al pittore milanese Natale Penati, chiamato a San Marco per dipingere la volta della chiesa. Le sagome restaurate, inizialmente da Nick Petruccelli e successivamente dall’architetto Corvino, rivelano la cura e l’impegno nella conservazione di questa forma d’arte.
La comunità pastorale SS. Annunziata – Sant’Antonio Abate Santa Maria della Grazie si occupa della cura del presepe, contribuendo così a preservare una tradizione che unisce la bellezza artistica all’espressione della fede. Il luogo del presepe, situato in Via Bux nel cuore del centro storico, non solo celebra il Natale ma richiama l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio urbano, testimone di una storia che persiste nonostante i cambiamenti moderni. Invitiamo tutti a visitare questo affascinante presepe a sagome, simbolo di un legame profondo tra la comunità e la sua storia.