Mafia in Puglia: Arcangela Petrucci la vedova di Luigi Luciani scrive alla Premier Meloni per chiedere azioni concrete.
Nel settimo anniversario della tragica strage di San Marco in Lamis, Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani, una delle vittime innocenti della mafia foggiana, ha deciso di scrivere una lettera aperta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In questo toccante messaggio, Arcangela si rivolge a Meloni non solo come leader politico, ma come donna e madre, chiedendo un impegno deciso e concreto nella lotta contro la mafia in Puglia.
Un appello dal cuore di una madre.
Arcangela Petrucci apre la sua lettera con un tono personale e diretto, rivolgendosi alla premier con l’appellativo “Cara Giorgia”. Questa scelta stilistica non è casuale, ma sottolinea la profondità emotiva della sua richiesta. “Oggi voglio rivolgermi innanzitutto a Lei come donna e come madre,” scrive Arcangela, mettendo in evidenza la comune esperienza di maternità che condivide con la premier.
La tragedia che ha colpito la famiglia Luciani è avvenuta il 9 agosto 2017, quando Luigi e suo fratello Aurelio furono uccisi da sicari della mafia semplicemente perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. “La loro ‘colpa’ è stata quella di aver assistito, loro malgrado, all’uccisione di un boss mafioso della zona,” ricorda la vedova.
Il dolore e la rabbia di una donna coraggiosa.
Nella sua lettera, Arcangela racconta il devastante impatto emotivo che questa tragedia ha avuto su di lei. Parla di come è passata dalla rabbia alla disperazione, sentendosi in colpa per non aver potuto fare nulla per evitare l’orribile destino di suo marito. Questo dolore si è trasformato in determinazione, spingendola a cercare di cambiare la realtà che l’ha colpita così duramente.
“Oggi ciò che mi tiene in vita, a parte l’amore per mio figlio, è la voglia di cambiare questa realtà,” confessa Arcangela, evidenziando l’importanza di una lotta alla mafia che non si limiti solo agli sforzi della magistratura e delle forze dell’ordine, ma che coinvolga l’intera società.
La richiesta di azioni concrete.
Arcangela invita Meloni a guardare oltre le apparenze e ad agire in modo concreto per combattere la mafia nel Gargano, una regione che descrive con affetto, ma anche con preoccupazione per l’infiltrazione criminale che ne minaccia il futuro. “Se davvero volete combattere la mafia, dovete cominciare da qui,” scrive, riferendosi alla povertà e all’abbandono in cui versa il territorio, terreno fertile per la criminalità organizzata.
Un messaggio per tutti.
La lettera non è solo un appello al governo, ma una chiamata all’azione per tutti i cittadini. Arcangela sottolinea l’importanza di educare i giovani, di dare loro alternative reali e concrete affinché non vedano nella mafia una via d’uscita. “Convinciamoli che non bisogna essere mafiosi non soltanto perché è giusto, ma perché conviene,” afferma, ricordando che la mafia può entrare nelle vite delle persone senza preavviso, distruggendo tutto ciò che incontrano.
Un invito a non dimenticare.
Infine, Arcangela Petrucci esorta la premier Meloni a non lasciare che il sacrificio di suo marito e di altre vittime della mafia sia vano. Chiede al governo di prendere una posizione chiara e di agire con determinazione contro la criminalità organizzata. “Parlate di mafia, siate scomodi, fate atti concreti,” conclude la vedova, riflettendo una speranza condivisa da molti cittadini pugliesi che desiderano un futuro libero dalla morsa della mafia.
Richiamo a fare qualcosa di concreto contro la Mafia.
La lettera di Arcangela Petrucci è un potente richiamo all’azione, non solo per il governo italiano, ma per tutti coloro che credono in una società giusta e libera dalla criminalità. La sua testimonianza, intrisa di dolore e speranza, rappresenta un messaggio chiaro: la lotta contro la mafia non può più essere rimandata.