Se Caronte durante il giorno non ci concede tregua alcuna, giunta la sera il paese col calo delle temperatura si rianima e trova momenti di aggregazione sociale nei vari rioni deputati allo scopo, di cui il paese ben dispone.
Quest’anno la sagra del panino con la mortadella, diventata nel frattempo un appuntamento fisso grazie ad Antonio Turco che questo evento lo ha creato, ha avuto una location d’eccellenza (mi perdoni il prof. Giuseppe De Cato per il lessico anglofono) nella rinomata piazza Oberdan, diventata un’area disponibile ad ospitare eventi di questo e altro genere. Una agorà moderna e funzionale, come mi suggerisce Nicola Potenza, dove d’ora in poi sarà possibile sfruttarne lo spazio per allestire eventi d’ogni tipo.
La vecchia piazza che sino a qualche anno fa fungeva da parcheggio auto oggi ha mutato natura accrescendo da una parte il disagio degli automobilisti alla ricerca di un nuovo parcheggio, ma allo stesso tempo restituendo alla città un luogo di relazioni e intrattenimento in un ambiente peraltro nuovo e molto bello ed accogliente.
Ieri sera in questa piazzetta è andata in scena l’evento citato sopra che ha aggiunto rispetto al passato oltre al fatidico panino anche la sagra della mozzarella podolica garganica prodotta sul posto per la delizia dei visitatori che sono stati tanti e tutti interessati agli argomenti offerti. Naturalmente la parte gastronomica ha avuto più attenzione ma accanto a ciò si è potuto assistere ad alcuni momenti misto cultura-musica, il cui connubio, a mio avviso, si è rivelato molto interessante.
La cultura è stata espressa dai professori Giuseppe De Cato di Sannicandro Garganico e Matteo Coco, coordinati da Mario Ciro Ciavarella, che hanno incuriosito il pubblico presente sul tema degli indovinelli e dei proverbi nella vulgata dialettale, tracciando una linea di confine tra nascita e sviluppo del dialetto, dalle origini all’uso purtroppo poco frequente dei nostri giorni a discapito di un italiano sempre più contaminato da termini anglofoni.
La parte musicale, presentata come l’intero programma, da Luigi Mossuto, introdotto dallo stesso Antonio Turco e da un breve saluto da parte di Nicola Potenza, vice sindaco del paese, ha avuto come centro due nomi importanti del nostro paese : Maurizio Tancredi che ha cantato alcune canzoni tratte dal suo repertorio personale più una versione molto bella di “Napule è” di Pino Daniele, e la nota cantautrice Michela Parisi, reduce dal successo che sta ottenendo il suo ultimo album intitolato “23” che raccoglie cinque brani composti e prodotti dalla stessa cantautrice, che alzano il livello artistico della sua canzone con brani che ricordano un po’ Giorgia e certa canzone d’autore italiana di qualità, segnando oltremodo una certa maturità evidente, ma sopratutto evidenziano una voce e uno stile molto ben delineati rispetto ad una scena musicale odierna molto recettiva.
Dulcis in fundo nello spazio vicino al locale Vintage si è esibita una formazione d’impostazione pop/rock guidata da Lucia Iannacci e Mario Sampaolo, rispettivamente voce e chitarra elettrica, che, sostenuti da una band molto solida e sostanziale (Tribute Band), hanno interpretato al meglio brani dal repertorio classico di Gianna Nannini.