San Marco in Lamis e la sua identità.
A San Marco in Lamis il dibattito sulla modifica dello stemma comunale ha suscitato una vivace reazione tra i cittadini e i rappresentanti politici locali. Angelo Cera, ex-sindaco, ex-deputato, ex-assessore regionale e attuale consigliere comunale di minoranza, esprime un forte dissenso verso la decisione dell’Amministrazione comunale di cambiare un simbolo storico.
Le critiche di Angelo Cera.
Cera critica aspramente l’Amministrazione guidata dal Sindaco Merla per aver intrapreso questa iniziativa senza una consultazione adeguata con la popolazione. Secondo Cera, la decisione di modificare lo stemma comunale, che è stato utilizzato con orgoglio per oltre 100 anni, è incomprensibile e mal giustificata. La giustificazione ufficiale dell’Amministrazione, basata su un presunto “intervento culturale” che avrebbe rivelato che lo stemma attuale non è quello “ufficiale”, è considerata da Cera come una scusa insufficiente per modificare un simbolo tanto radicato nell’identità del paese.
Lamentela sulla Consultazione Popolare.
Cera sottolinea che il cambiamento di un simbolo identitario così importante non può essere deciso attraverso una semplice comunicazione. Il processo decisionale dovrebbe coinvolgere la popolazione, riflettendo il desiderio e le opinioni dei cittadini. Cera accusa l’Amministrazione di mancanza di trasparenza e di non tenere conto della volontà popolare, chiedendo che il cambiamento sia sospeso fino a quando non ci sia stata una consultazione adeguata.
Preoccupazioni per la priorità dei problemi.
Inoltre, Cera solleva interrogativi sull’effettiva priorità del cambiamento dello stemma rispetto ad altri problemi urgenti che i cittadini di San Marco in Lamis stanno affrontando. La critica è rivolta alla scelta dell’Amministrazione di concentrarsi su una questione simbolica mentre ci sono questioni più pressanti da affrontare.
Conclusioni e richieste.
La posizione di Cera rappresenta una visione critica e difensiva nei confronti delle azioni dell’Amministrazione comunale. Egli chiede una maggiore partecipazione dei cittadini nelle decisioni che riguardano la loro identità e una revisione delle priorità amministrative. La polemica mette in luce il conflitto tra il desiderio di modernizzare e rispettare le tradizioni locali, e solleva questioni fondamentali sulla democrazia partecipativa e il rispetto per la storia e la cultura di una comunità.
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