E’ polemica a San Marco in Lamis tra Antonietta Torelli dell’associazione Arca di Noè e il sindaco Michele Merla sulla gestione del randagismo in città.
La prima a scendere in campo è stata l’Associazione di Torelli che, presi mouse e PC, ha inviato all’indirizzo del Comune una dura missiva in merito, poi finita anche sui siti web del circondario: “Solo € 12,00 al mese è il costo per accudire un cane nella nostra San Marco in Lamis. Questo è quanto l’Amministrazione guidata dal dott. Michele Merla ha messo in bilancio”.
Secondo Torelli la somma sarebbe troppo esigua per far fronte alle spese di gestione e accadimento dei tanti cani randagi presi in cura dal sodalizio.
A quanto pare il Comune stanzierebbe appena 1600 euro al mese per accudire circa 130 cani ospitati nel rifugio dell’Arca o tenuti liberi, anche se sotto controllo, in città. La somma sarebbe troppo esigua per far fronte alle esigenze degli animali: “al contrario di quanto qualcuno afferma dai piani alti di Palazzo Badiale, il SERVZIO che noi quotidianamente espletiamo è GRATUITO. Per affermare il contrario bisognerebbe mostrare gli atti amministrativi e non le chiacchiere”.
Ed ecco la risposta sul web del primo cittadino Merla.
“L’associazione Arca di Noè (?), o meglio la signora Torelli, come al solito non la dice tutta: chiarisca di quanto era il contributo concesso all’associazione (?) prima del 2016. Ci dica della risoluzione del contenzioso con i proprietari dell’attuale rifugio nel bosco Difesa che, lo preciso, prevede a carico del Comune il pagamento dell’affitto della struttura e del terreno circostante, dove, per espressa previsione, è vietata la realizzazione di strutture aggiuntive.
Ci dica a quanto ammonta la spesa annuale sostenuta per le cure mediche prestate ai cani. Ci dica a quanto ammontano le somme che l’Ente Comune versa a titolo di risarcimento per i danni causati dai cani a terzi (spese sanitarie alle persone). Ma, soprattutto, ci chiarisca perché i cani presenti nel rifugio (e quelli presenti nelle zone del paese dove i vengono lasciati volutamente) sono di numero invariato da cinque anni anni, mentre negli altri comuni le associazioni simili utilizzano in maniera proficua e efficace l’affido a famiglie”. Sbotta il sindaco Michele Merla.
“Quanto agli esperti di randagismo, l’Amministrazione è disponibile a raccogliere le idee e i consigli che arriveranno, senza fare però gli animalisti part-time, per qualche ora al mese, soddisfatti di sfamare i randagi sotto casa con salsicciotti o avanzi del pasto quotidiano. Abitudine di molti, salvo poi dedicarsi alla critica fine a se stessa. Aspettiamo fiduciosi” – conclude il primo cittadino.