Serata poetica in tutto e per tutto, quella svoltasi ieri sera nel raccolto Auditorium della sala – Biblioteca della Fondazione ”Angelo e Pasquale Soccio” a San Marco in Lamis. Tanto per la presentazione di “Amore- Autobiografia dell’anima”, secondo volume di poesie, messo su da Mario Stilla, già dirigente di lungo corso nelle Ferrovie dello Stato e in Treni Italia e al momento lanciato poeta di cose nostre sul Gargano con il pseudonimo di Alexis. Ha quasi un editoriale fisso nelle rubriche dei principali quotidiani online della nostra terra.
A tenere banco in cattedra (per modo di dire!) sono stati lo stesso autore con la benevole e piacevole complicità dell’amico e coetaneo Tonino Cera, ex preside e scrittore pure lui, accomunati dal vissuto insieme durante la fanciullezza e l’adolescenza nella scuola della strada, fatta di calcetto, di sgridate dai balconi e di tanti sogni nel cassetto, successivamente alimentati come protagonisti nei campi da gioco veri, negli studi superiori e universitari e infine nei primi lavori impegnativi.
Un rapporto amicale che non si è mai interrotto, neppure quando ormai facevano o praticavano cose e luoghi diversi, spesso anche lontani, come Foggia (ieri), Bari (più tardi) e in anni più recenti, dopo il matrimonio e la professione delle figlie, anche Roma. Quando si rivedevano assieme anche all’altro preside, Giuseppe Arimatea, l’onda dei ricordi si ingrossava di colpo e diventava pure nutriente nostalgia ed avvertito sentimento sino a rubarti qualche lacrima di cocente tenerezza. Ma quando ha avvertito la prima volta di essere essere un poeta in nuce, se è vero come è vero che con questa inclinazione si nasce e non si diventa?
Chiarito questo problema interpretativo i due protagonisti si sono buttati a capofitto nell’analisi del testo e nelle osservazioni critiche per l’uno e di precisazioni d’ispirazione per l’altro, fino a darne un quadro espositivo completo e condiviso con applausi dalla platea, interessata e silenziosa. Tra i rilievi più importanti emersi e riguardanti l’identità poetica dell’autore, troviamo la poesia riguardante il grande poeta e letterato italo- americano Joseph Tusiani, che alla domanda “Sono poeta?“, l’altro gli rispose con una frase lapidaria “è il popolo che ti ha battezzato tale”, riferendosi all’alto numero dei lettori online. Evidenza, quest’ultima, tirata fuori durante il dibattito che ne è seguito dallo stesso Matteo Coco, raffinato conoscitore del Tusiani e docente dell’ISS “Giannone”.
Nella lettura delle liriche si è distinto l’animatore tuttofare, Michele Giuliani, meglio noto col vezzeggiativo di “Mikalètt”, che ha letto con molto garbo alcune composizioni, a lui care., sempre salutato dal pubblico con affettuosi e condivisi applausi. L’unico grande assente, di quelli super, pare sia stato l’attore Gino Caiafa, distintosi periodicamente sui social come il maggiore e condiviso interprete delle poesie sul tappeto.
Sulla medesima lunghezza d’onda, si è inserito anche la docente e scrittrice Grazia Galante, che ha ritenuto la poesia più bella e ricca di pathos quella dedicata alla seconda madre dell’autore, quella ‘zia Giuseppina’ , che riconosce tale con sofferto pentimento, dopo la sua morte. Puntualizzazione accolta dal pubblico con scroscianti e ripetuti applausi.
Altrettanto, è capitato puntualmente al duo canoro musicale che ha riempito gli intervalli con musiche e canti originali di tipo popolare e in certi casi melodico. Sono creazioni centellinate e rimesse a nuovo da un grande autore e interprete del passato – futuro come è quello della moderna canzone napoletana di tipo blues rappresentata in primis da Pino Daniele (scomparso). Da citare, tra l’altro: una tarantella rimessa a nuovo nella musica e nelle parole, ” è sciute lu sole”(l’alba), il canto per il figlio lontano, con la chiusura di nuovo ritmo della primizia di tutte le feste ‘po’ “Lu rizze e la cestunije” (il riccio e la tartaruga) ecc.
Il riferimento è a Leonardo Ianzano, campione della “sammarchesità” in tutte le sue dimensioni vocali e ispirative, rivelandosi un vero e grande autore, forse poco conosciuto. Per l’occasione era accompagnato dal giovane Pietro Giuliani, eccellente chitarrista, non di meno innovativo e autentico dell’altro. Da evidenziare, inoltre, che poco prima della fine dei lavori è sopraggiunto in aula, reduce della seduta consiliare svoltasi nel grande Auditorium soprastante, il sindaco Michele Merla e la sua giunta, che, dopo aver salutato i presenti, ha espresso gli auguri istituzionali.
Al termine, il giudizio sulla manifestazione è stato più che mai positivo: è una serata, insomma che merita di essere incastonata per sempre nella memoria collettiva e nella storia.
La galleria fotografica della serata: