Il signor Onorato Orapronobis era disperato: non riusciva a trovare i contratti dei loculi dei suoi cari defunti, morti dal lontano 1914. I contratti dei loculi del padre, del nonno, del bisavolo, del trisavolo, del quadrisavolo, del quinquisavolo… e oltre.
I contratti gli servivano per pagare “le luci del camposanto” solo per il mese di novembre. Altrimenti i suddetti ex-parenti vicini e lontani, sarebbero rimasti senza la luce dell’eterno riposo durante il mese dei morti.
Far rimanere per i restanti undici mesi al buio i fu-parenti non era un atto grave, poco religioso e ingiusto? Evidentemente per il sign. Orapronobis, no. Anche perché i loculi con le rispettive lampade erano tanti (fino alla settima generazione!! Forse centinaia di parenti defunti) e quindi in tempo di crisi si doveva risparmiare anche sulle “luci del camposanto”.
Ma per il mese di novembre tutti i loculi del suddetto signore dovevano essere puliti, tirati a lucido, infiorati e illuminati dalle lampadine… di 2 watt (non è la potenza della luce, ma il pensiero quello che vale).
L’affannosa ricerca dei contratti dei loculi stipulati anche oltre 100 anni fa, non dette esito positivo.
“E ora cosa faccio?” pensò il sign. Orapronobis. “Il mio caro trisavolo Marco Cambomilla non pregherà per me, non mi darà i numeri quando dormo. E il bisnonno Franco Accidimosca non mi verrà in sogno per dirmi se fare o meno quell’affare. Sono ormai un uomo morto. Pure io”.
Era ormai distrutto il nostro proprietario di decine e decine di loculi (con contratti perduti): le fiammelle dei loculi per il mese di novembre del 2023 sarebbero rimaste spente, per la prima volta nella storia della dinastia della famiglia Cambomilla-Orapronobis.
Però c’era una soluzione: poteva fare dei falsi contratti, ma chi poteva mai sapere come fosse fatto un contratto di un loculo stipulato quasi cent’anni fa? Nessuno, e quindi nemmeno gli impiegati del comune.
Onorato Orapronobis subito si mette all’opera e realizza il primo contratto di un suo lontano avo, il capostipite di tutta la dinastia: un certo Michelino Sucamele, morto e sepolto nel 1914. Morto improvvisamente all’età di 107 anni, senza dare nessun preavviso: godeva di ottima salute. Ma a volte…
Il signor Orapronobis si informò chi governava l’Italia nel 1914 per dare un aspetto ufficiale e decoroso al falso contratto pro-loculo che stava per stampare. E seppè che chi comandava all’epoca, era il capo del Governo Antonio Salandra (questo è vero).
Subito Orapronobis prese un pezzo di carta come quelli che usavano una volta i pescivendoli (un marrone-mattone-usato) e scrisse: “Io Antonio Salandra siccome sono il capo dell’Italia, degli italiani vivi e degli italiani morti, vendo ai discendenti del defunto sign. Michelino Sucamele, davanti a me defunto, un loculo da usare secondo scienza e coscienza. E questo loculo si trova nella chiesa, nella parte bassa (nel sotterraneo) di S. Antonio Abate. Il loculo in questione si può usare per i successivi 100 anni. Si rilascia in carta semplice nei casi e per i canoni previsti dalla legge. Eterno riposo”.
E il contratto del loculo del primo lontano parente di Orapronobis era cosa fatta. Però bisognava andare avanti con la falsificazione degli altri contratti pro-loculi. E toccò a Lazzaro Ceravascia morto nel 1939 in pieno ventennio fascista. Per sapere chi comandava in Italia in quel periodo non era difficile, lo sapevano tutti: Benito Mussolini.
E subito il nostro neo-falsificatore continuò la sua opera di contrabbando di falsi contratti di loculi. E riprese a scrivere: “Io Benito Mussolini, Duce figlio di Duce. Attesto che il camerata Lazzaro Ceravascia spinto dall’ardore italico, mentre stava “uccidendo di palate” alcuni dissidenti non consenzienti alla nuova forma di governo da me ideata e potenziata (il fascismo, n.d.a), morì di crepacuore, poiché la dura pelle dei rivoltosi più volte “taccariata” dal mio fu-camerata, non cedeva alle nerbate”.
“Al fine, Lazzaro Ceravascia morì eroicamente pugnando e non riuscendo a stendere il nemico, ma rimase steso lui. Morì da martire gridando: “Ardisco ad ogni impresa!” Il qui presente atto di locuzione (da loculo) è vero a tutti gli effetti previsti dalla (mia) legge. Nei secoli dei secoli. Viva il Duce, viva io!”
E anche questo falso contratto era fatto. Onorato Orapronobis andò avanti così fino a ideare e falsificare tutti i contratti di affitto dei loculi fino all’ultimo parente morto, una certa Violetta Cetrangule (la madre).
Con decine e decine di contratti falsi, Orapronobis si presentò al Comune per effettuare il versamento del canone per le lampade votive relative al mese di Novembre 2023.
Appena arrivò all’ufficio addetto trovò sulla porta un avviso che diceva così: “Si avvisano i signori eredi dei morti sotterrati nel cimitero di San Marco, che se devono far accendere le luci per i cari defunti, che vadano a farsele accendere nelle rispettive chiese di appartenenza (l’intenzione è quella che conta). Perché e siccome (l’avviso diceva così) il Comune non ha pagato le bollette di quei morti che c’hanno la luce accesa tutto l’anno, l’Enel ha deciso di staccare la corrente a tutti: defunti sempre con la luce accesa e morti con la luce accesa solo per il mese di novembre”.
Letto ciò, il sign. Orapronobis se ne tornò a casa. E i suoi falsi contratti di luce per i morti, li mise dentro delle cornici: aveva creato dei falsi che forse valevano molto di più di tante cose “vere” fatte dai politici.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio