Torna di nuovo alla ribalta la figura e l’opera di Pasquale Soccio, a San Marco in Lamis. E questo, grazie alla presentazione di due pregiati volumi. Si tratta di “Poesie / 1925 – 1992”, a cura di Michele Galante con saggio introduttivo di Ferdinando Pappalarlo e di “Una coccarda nel cuore / 200 lettere lucerine / a Pasquale Soccio” , a cura di Michele Galante e Giuseppe Trincucci.
Il tutto avrà luogo, giovedì 19 maggio, alle ore 18,00 presso l’Auditorium della Fondazione “P. Soccio”, posto al primo piano della Biblioteca Comunale di Piazza Carlo Marx, ad un tiro di schioppo dalla centralissima Villetta comunale.
A promuove l’incontro ci ha pensato l’Unitre, l’università della terza età che raccoglie il fior fiore dei docenti e professionisti insigni del posto. Si susseguiranno gli interventi di: Michele Merla, sindaco della città; Michele Galante, già primo cittadino e deputato al Parlamento, nonché prolifico scrittore e storico; Giuseppe Trincucci, insigne medico e uomo di cultura lucerino, ed alunno scelto del letterato in menzione al Liceo Classico “Ruggero Bonghi”della medesima città.
Come risaputo, di esso fu preside per alcuni decenni lo stesso Soccio , contraendo e coltivando corrispondenza ed amicizia con i più grandi letterati e studiosi delle varie discipline del Novecento Italiano, nonché fu intimo, apprezzato ed apprezzatore, di personaggi di rilievo , quali il lucerino Gaetano Gifuni, segretario generale della Presidenza della Repubblica. Non a torto fu concessa a suo tempo al Soccio la cittadinanza onoraria di Lucera.
Negli ultimi tempi della sua vita, ebbe come assidui frequentatori, presso la sua amata e decantata casa nel bosco, oltre agli intellettuali più in vista della Capitanata e della Puglia, anche Arturo Palma di Cesnola, paleontologo e direttore di lungo corso degli scavi a Grotta Paglicci (Rignano Garganico), considerato uno dei capisaldi del Paleolitico Italiano e mondiale in generale.
Quest’ultimo, appassionato di letteratura pure lui non a caso gli dedicò largo spazio nel racconto – romanzo “Giornale di scavi“, in vetrina da qualche anno, di cui è curatore chi scrive.
Concluderà, Raffaele Cera, presidente di lungo corso della Fondazione, nonché preside di Scuole Superiori e scrittore di prim’ordine pure lui.
Farà da moderatore Pietro Villani, docente, onnipresente a vario titolo in quasi tutte le manifestazioni culturali di grido della città. Va evidenziato, infine, che il Soccio, oltre ad essere un grande letterato e storico, è stato anche un filosofo e un profondo conoscitore di Giambattista Vico. Fu amico, altresì, di Benedetto Croce, Giuseppe Ungaretti, Riccardo Bacchelli e di tanti altri, specie intellettuali e uomini di cultura del Gargano, che li riceveva puntualmente nella predetta casa al bosco sulla provinciale per Sannicandro Garganico.
Qui un paio di volte, ci andò anche chi scrive e lui, ad uno ad uno gli indicò la storia dei mobili e dei suoi donatori, specificandone l’importanza e il sentimento. Su queste e le tante riflessioni nacque il suo “Gargano segreto” che in più edizioni è da considerarsi l’opera sua più bella ed avvertita da ogni punto di vista.
Del Promontorio egli avvertiva persino l’odore e l’essenza, pur essendo cieco. Chi scrive ricorda le sue escursioni a Bosco Iancuglia, accompagnato puntualmente dal maestro elementare Tonino La Porta e dagli altri amici ed estimatori sammarchesi.
L’apoteosi del suo successo letterario ed umano lo si constatò con mano il giorno dei suoi funerali, avvenuti in pompa magna nella chiesa Matrice della Collegiata il 5 febbraio del 2001. Al corteo funebre, parteciparono alcune migliaia di persone provenienti da ogni dove, specie dal Gargano e dalla Capitanata.
Egli era il vate del Promontorio, per antonomasia, come lo appellò chi scrive nel suo articolo per La Gazzetta del Mezzogiorno. Ora che di tempo n’è passato tanto sotto i ponti, ricordare la figura dell’uomo e del letterato grande, è sempre bello!