La Corte d’Appello di Bari ha confermato l’ergastolo per Giovanni Caterino, conosciuto come “Giuann Popò”, ritenuto il basista della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017. La sentenza evidenzia intrecci mafiosi e rivalità tra i clan coinvolti.
La strage ha causato la morte del boss Mario Luciano Romito, del cognato Matteo De Palma e dei contadini Aurelio e Luigi Luciani, con Romito come principale obiettivo.
Le testimonianze dei pentiti, tra cui Andrea Quitadamo e Tommaso Tomaiuolo, hanno giocato un ruolo chiave nel processo. Tomaiuolo ha rivelato che Caterino faceva parte del clan Li Bergolis e ha fornito dettagli sulla preparazione dell’attentato.
Altre persone coinvolte nel processo includono Angelo Tarantino, visto nei pressi del luogo dell’attentato, e Danilo Pietro Della Malva, pentito che ha rifiutato di partecipare ad ulteriori azioni violente.
Nonostante il rifiuto di Della Malva, un commando mafioso ha tentato di uccidere Caterino nel 2018 a Manfredonia, ma l’attacco è fallito.
Attualmente, altri membri coinvolti nell’attentato sono sotto processo, incluso il foggiano Massimo “Massimino” Perdonò del clan Moretti.
La sentenza conferma l’importanza delle testimonianze dei pentiti nel fare luce sui dettagli e sui partecipanti alla strage di San Marco in Lamis.