Riceviamo e pubblichiamo una nota di Antonello Soccio, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, sul futuro dell’Ospedale “Umberto I” di San Marco in Lamis.
Egregio direttore,
pochi giorni orsono è apparso sul vostro sito e in giro per la nostra cittadina, sotto forma di manifesto, un comunicato stampa del locale circolo del Partito Democratico, che lamenta la difficile situazione del nostro (ex) ospedale Umberto I. La chiusura certa di alcuni importanti ambulatori, che va ad aggiungersi a quella dei reparti perpetrata negli anni passati, non è che la logica conseguenza di una scellerata politica regionale di dismissione di presidi ospedalieri che sarebbero stati, e sono ancora, fondamentali per la nostra comunità e per quelle a noi vicine.
Dal piano di riordino dell’allora presidente Fitto (oggi ministro del governo Meloni) sono trascorsi ormai già 20 lunghi anni, in cui il nostro nosocomio ha perso la sua operatività. È pur vero, però, che la disastrosa politica sanitaria è poi proseguita con il governo Vendola prima e, soprattutto, con il governo Emiliano poi. In queste consigliature, in cui è stata presente anche Rifondazione Comunista fino al 2010, preponderante è stata la presenza di consiglieri e assessori del Partito Democratico. È piuttosto singolare che ci si accorga ancora oggi della distruzione progressiva e scientifica di quello che è stato per tanti decenni il fiore all’occhiello di San Marco. Gli importanti referenti politici regionali sempre presenti nella nostra città durante le elezioni, in primis il vicepresidente nonché assessore regionale, l’amico Raffaele Piemontese, esponente di primissimo piano del PD, ma anche l’amico Napoleone Cera, esponente di Forza Italia (partito di provenienza anche dell’attuale assessore alla Sanità Rocco Palese) cosa ne pensano? E, soprattutto, cosa fanno concretamente per risollevare le sorti dell’Umberto I? È da credere che facciano poco o niente, se gli esponenti locali del PD pubblicano un comunicato in cui si parla di “un vero grido di dolore della comunità locale”.
Il Partito della Rifondazione Comunista ritiene che, per scuotere questa situazione di oblio e di progressivo disfacimento, sia necessario ricominciare a lottare strenuamente, così come fatto in passato, per difendere quel che di buono è rimasto del nostro ospedale. La nostra comunità per lungo tempo si è assuefatta alle false promesse, rimanendo come anestetizzata e incapace e di reagire.
Perciò, Rifondazione Comunista accoglie l’appello lanciato dal PD e propone, se lo si riterrà necessario, anche la creazione di un comitato pro ospedale che riesca a mobilitare non soltanto le forze politiche ma l’intera
comunità sammarchese. Ritiene altresì che nei prossimi giorni si si debba riunire per provare a fare il punto della situazione e, eventualmente, incontrare i rappresentanti delle istituzioni sanitarie e politiche sovracomunali, per dare forza a quel “grido di dolore”, per non farlo rimanere lettera morta e, soprattutto, senza affidarsi all’elemosina di chi ci ha sempre trattati come parenti sfortunati, condannandoci a questo stato di cose.
Antonello Soccio, Segretario Provinciale Partito della Rifondazione Comunista
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